Pietro Crementi, conosciuto da tutti come Piri', compie 80 anni lunedi 19 settembre 2011. Pirì, l’uomo simbolo della Cento chilometri del Passatore, la grande maratona podistica che congiunge Firenze a Faenza portando centinaia di atleti di caratura internazionale a percorrere le strade di Romagna, l’uomo con il cappellaccio è il primo di due fratelli cresciuti nel ‘Forno vecchio’ in Borgo, un cortile in via di Sotto dove vivevano una cinquantina di famiglie. La mamma è casalinga e il babbo agricoltore; Pirì è il primo di due fratelli, l’altro è Mario (che ha ricoperto la carica di segretario nazionale Cisl settore tessile e vive ad Ascoli), da sempre appassionato di sport, tanto da giocare a calcio trentanni e diventare per cinque anni direttore sportivo dell’Omsa Basket per poi entrare nell’Acli ciclisti. Pirì giocava «Terzino e mediano, dove c’era bisogno».
E QUESTA sembra essere la sua vita: dove c’era bisogno, Pirì c’è sempre stato. Ha lavorato per anni all’Anic di Ravenna e da sempre e politicamente uno dei democristiani più conosciuti in Romagna. Al suo matrimonio, nel 2004 in Municipio, con la moscovita Tatiana Khitrova, a suggellare le nozze si presentò, nel pieno degli impegni istituzionali, Pierferdinando Casini, allora Presidente della Camera, che atterrò in elicottero alla Graziola, venuto apposta per Pirì. Come è nata l’amicizia con Casini? «Nel 1983, Pierferdinando aveva appena 27 anni e si candidava per la prima volta alla Camera nel collegio di Bologna di cui Faenza faceva parte. Era giovanissimo e nessuno credeva che in città potesse avere preferenze. La cosa andò diversamente». Pirì credeva il quel giovane e lo incoronò con il ‘cappellaccio’ del Passatore una serata alle Cupole di Castel Bolognese, poi lo portò tra le lavoratrici dell’Omsa e in giro per il faentino. Il risultato? «Riuscì a fargli avere circa mille preferenze; andò alla Camera e non mi ha più dimenticato».
OGGI Pirì è il ‘Capo degli arzadur (i reggitori) delle 7 sorelle (Faenza, Imola Forlì, Cesena, Lugo, Ravenna e Rimini) del Passatore, ma è stato uno dei cofondatori, assieme ad Alteo Dolcini nel 1969, della cento chilometri da Firenze a Faenza, una gara massacrante ma bellissima attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo. Come nacque? «Dolcini era un grande appassionato della Romagna e voleva valorizzarne il territorio; così ideammo la ‘Cento’. Un altro suo amico storico è stato Elio Assirelli, scomparso recentemenre? «Si Elio l’ho seguito sin dai primi passi da sindaco e poi siamo rimasti amici quando è stato in Senato e ovviamente da presidente del Passatore». Adesso Pirì nell’associazione del Passatore è vicepresidente e direttore di corsa. Niente lo ferma, è sempre lì.
Ha fatto tanto per la promozione della città, ma non si accontenta: «Avrei voluto fare anche di più per la mia Romagna, la terra in cui sono nato e che ritengo la più bella d’Italia». Come è ovvio, in una piccola città come Faenza Pirì ha stretto amicizie con personaggi ‘importanti’ faentini e non, dallo scrittore Claudio Marabini a Tonino Guerra oltre ad amicizie politiche con Arnaldo Forlani dirigente della Dc e poi con Amintore Fanfani, aretino, conosciuto nelle estati nell’eremo di Camaldoli dove il politico teneva i corsi di formazione politica. E come mai un romagnolo doc e democristiano ha sposato una moscovita? «Ho conosciuto Tatiana nel 1992 e ne rimasi colpito. Ogni anno organizzavamo la rappresentanza di podisti russi alla Cento; cominciai ad invitarla in città sempre più spesso; nel 2004 ci siamo sposati». Come festeggerà? «Con gli amici di sempre e poi so che Tatiana sta preparando una sorpresa».
Articolo tratto dal Resto del Carlino realizzato da Antonio Veca